Italian Overshoot Day 2025

Italia stilizzata

Perché l'Overshoot Day del nostro Paese è un problema?

  • Consumo eccessivo delle risorse: utilizziamo quasi il doppio delle risorse che il nostro ecosistema può offrire
  • Cambiamento climatico e perdita di biodiversità: l’aumento del consumo di risorse genera più emissioni di gas serra e minaccia gli habitat naturali
  • Eredità a rischio per le prossime generazioni: ogni Overshoot Day anticipato significa meno risorse per chi verrà dopo di noi

La buona notizia? Possiamo ancora cambiare le cose!

Interzero: let's move the date!

Come azienda leader nell’economia circolare, ci impegniamo per un mondo senza rifiuti. Il riciclo e il riutilizzo dei materiali proteggono il pianeta, riducono le emissioni di gas serra e contribuiscono a ritardare l’Overshoot Day.

Che cosa possiamo fare insieme per cambiare le cose?

  • progettare prodotti pensati per il riciclo
  • utilizzare principalmente materiali riciclati
  • ottimizzare i processi per l’efficienza delle risorse
  • adottare pratiche sostenibili lungo tutta la filiera

Puntare sull’economia circolare significa garantire un uso più sostenibile delle risorse, maggiore sicurezza e risparmio nei costi.

Il cambiamento inizia da ciascuno da noi, ma servono anche scelte concrete da parte della politica e del mondo economico.

Per ottenere un cambiamento duraturo, infatti, non bastano solo le azioni individuali. Aziende e decisori politici devono agire insieme per rafforzare l’economia circolare e creare incentivi per un’economia sostenibile.

Agiamo ora e posticipiamo l’Italian Overshoot Day!

Contatti

servizi@interzero.it


    Piccola pianta che nasce da un terreno arido

    Come il cambiamento climatico sta influenzando le nostre vite

    Foresta colpita dal cambiamento climatico

    Impatto sulla salute e sulla qualità della vita

    Negli anni è diventato evidente come la crisi climatica incida anche sulla salute della popolazione mondiale. Si prevede un aumento della mortalità legata alle ondate di calore, un incremento di malattie trasmesse attraverso gli alimenti (soprattutto di origine animale), la diffusione di organismi nocivi per piante e foreste, e un peggioramento della qualità dell’aria. Tutti questi fattori minacciano la qualità e la durata della vita quotidiana.

    Conseguenze economiche e infrastrutturali

    Il cambiamento climatico rappresenta una sfida anche per il mondo economico. Le imprese devono affrontare difficoltà legate al danneggiamento di infrastrutture e edifici. Mentre nel Nord Europa si riduce la domanda di riscaldamento, nel Sud cresce quella per il raffreddamento, con possibili picchi estivi nella domanda energetica. Inoltre, eventi meteorologici estremi mettono a rischio le infrastrutture energetiche, mentre inondazioni e siccità colpiscono duramente agricoltura e silvicoltura.

    Il caffè: un esempio quotidiano degli effetti della crisi climatica

    Possiamo riconoscere gli effetti del cambiamento climatico anche nella nostra quotidianità. Prendiamo una tazzina di caffè, ad esempio: com’è possibile ricondurla alla crisi ambientale? Il caffè è una delle materie prime più commercializzate a livello globale. Come evidenzia lo studio della FAO, Global coffee market and recent price developments, la filiera del caffè dà sostentamento a 25 milioni di famiglie in tutto il mondo. Il peggioramento delle condizioni climatiche nei principali paesi produttori (tra cui il Brasile e il Vietnam, che rappresentano quasi il 50% della produzione globale) influisce negativamente sulla produzione a lungo termine, determinando un aumento dei costi di spedizione e dei prezzi del caffè per i consumatori. Le fluttuazioni dei prezzi internazionali sono una caratteristica comune nei mercati delle materie prime agricole e quella del caffè non fa eccezione.

    La FAO si fa sostenitrice di una maggiore trasparenza del mercato in modo che tutti abbiano accesso a informazioni affidabili e aggiornate sul prodotto. I mercati trasparenti possono permettere ai produttori di prendere delle decisioni informate e pianificare le loro attività di produzione, in modo da ridurre i rischi di shock e volatilità del mercato. Un mercato trasparente può essere il primo passo verso un mercato sostenibile che salvaguarda sia i milioni di piccoli produttori che i consumatori.

    Contatti

    servizi@interzero.it


      La nuova realtà circolare per le imprese in Italia

      Grattacieli e piante

      L'economia circolare in Italia: uno sguardo d'insieme

      Lo stato dell’economia circolare nelle imprese italiane lascia ben sperare per un futuro più sostenibile. Il nostro Paese si distingue come uno dei più virtuosi nella transizione verso un modello produttivo circolare. Ma qual è il quadro completo della circolarità in Italia? A questa domanda risponde l’approfondimento “Economia circolare: una leva per la competitività delle imprese”, realizzato dalla Direzione Strategie Settoriali e Impatto del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

      Le imprese italiane e le pratiche di economia circolare

      Nel 2024, quasi la metà delle imprese italiane ha dichiarato di aver adottato almeno una pratica di economia circolare. Il riciclo rimane la strategia più diffusa, mentre sono meno comuni le soluzioni volte a prolungare la durata d’uso di prodotti e componenti. La circolarità conviene, come viene mostrato dal risparmio sui costi di produzione pari a 16 miliardi di euro. Questo, però, è solo il 15% del potenziale teorico stimato al 2030.

      L'Italia tra i leader europei della circolarità

      Come già anticipato, l’Italia si distingue in Europa come uno dei Paesi più in linea con i modelli di produzione circolare e le linee guida di sostenibilità. In particolare, le performance migliori sono ottenute relativamente al tasso di avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali), alla produttività delle risorse, ovvero la massimizzazione del valore economico generato per unità di consumo di materia, e il tasso di utilizzo di materiali circolari, che nel 2023 è arrivato al 20,8%, quasi il doppio della media UE (11,8%). Le pratiche di economia circolare abbracciano l’intero ciclo di vita di un prodotto, dallo sviluppo al post-utilizzo.

      Le sfide per le PMI e il ruolo del supporto istituzionale

      Tuttavia, in Europa prevalgono ancora iniziative focalizzate sulla fase del post- utilizzo, riflettendo la forte attenzione che il nostro Paese e molti altri dedicano al riciclo, che ha raggiunto un tasso medio di adozione del 60%. Il 42% delle imprese italiane ha già adottato almeno una misura di economia circolare e un ulteriore 22% intende farlo in futuro. Lo studio di CDP offre un quadro completo sul livello di adozione di pratiche circolari nell’ambito dei business italiani. Il tasso di adozione è del 46% tra le grandi aziende, mentre si ferma al 37% tra le piccole. CDP sottolinea come le persistenti barriere strutturali e operative (come la difficoltà di accesso al credito e la mancanza di know-how) continuino a rappresentare un ostacolo per le PMI, portando ad un aumento, rispetto al 2022, della quota di imprese meno inclini a intraprendere percorsi di economia circolare.

      Come accelerare la transizione circolare?

      Per valorizzare i progressi già compiuti e incentivare una più ampia adozione dell’economia circolare, è fondamentale un maggiore supporto istituzionale. Migliori accessi agli investimenti, un sistema di finanza sostenibile e un solido apparato formativo sono elementi chiave per aiutare le imprese, in particolare le PMI, a superare gli ostacoli e abbracciare un futuro più sostenibile.

      Contatti

      servizi@interzero.it


        Mondo stilizzato, sullo sfondo un grafico.

        Il pacchetto Omnibus cambierà le regole della rendicontazione ESG

        Le informazioni chiave sul pacchetto di semplificazione

        Il 26 febbraio 2025 la Commissione Europea ha presentato il pacchetto di semplificazioni annunciato nell’ambito dello sviluppo sostenibile. Omnibus è il primo dei pacchetti previsti, finalizzati ad aumentare la competitività e l’attrattività degli investimenti nelle imprese dell’UE.

        Le premesse

        Omnibus è un insieme di proposte volte a semplificare la normativa dell’UE, rendere le imprese europee più attrattive e sbloccare ulteriori opportunità di investimento. Secondo le stime della Commissione Europea questo porterà a una riduzione del 25% degli oneri amministrativi per gli enti obbligati a rendicontare lo sviluppo sostenibile, mentre per il settore delle PMI il calo previsto è del 35%.

        Le modifiche previste dal pacchetto Omnibus riguarderanno principalmente:

        • rendicontazione finanziaria sostenibile,
        • due diligence nella rendicontazione dello sviluppo sostenibile,
        • tassonomia dell’UE,
        • meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM),
        • programmi di investimento europei.

        Secondo i calcoli della Commissione Europea, l’attuazione delle proposte annunciate porterà a risparmi per 6,3 miliardi di euro e a un aumento della spesa per investimenti pubblici e privati di 50 miliardi di euro. Come dichiarato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ulteriori semplificazioni sono già previste a breve.

        Il pacchetto Omnibus ritarderà l'obbligo di rendicontazione ESG e alleggerirà le PMI

        Il pacchetto di semplificazioni adottato dalla Commissione Europea prevede diverse modifiche chiave:

        • L’obbligo di rendicontazione ESG sarà posticipato di 2 anni (al 2027 o 2028) per tutti gli enti inizialmente tenuti a presentare report ESG nel 2025 o 2026.
        • Il numero di enti obbligati a rendicontare le informazioni sulla sostenibilità sarà ridotto dell’80%.
        • La rendicontazione dello sviluppo sostenibile sarà obbligatoria solo per le grandi imprese con oltre 1.000 dipendenti e un totale di bilancio superiore a 25 milioni di euro o ricavi netti superiori a 50 milioni di euro.
        • Grazie alla limitazione delle informazioni richieste lungo la catena del valore, gli obblighi di rendicontazione ESG imposti alle grandi imprese non graveranno sulle entità più piccole.

        La riduzione degli oneri per le PMI comporterà anche una diminuzione della frequenza delle valutazioni e del monitoraggio dei partner, passando da intervalli annuali a quinquennali. Se necessario, l’ente tenuto alla rendicontazione ESG potrà comunque effettuare una valutazione ad hoc.

        Un aspetto importante è che Omnibus mantiene la possibilità di rendicontazione ESG volontaria per gli enti che saranno coperti dalla direttiva CSRD in futuro. In questo modo, la Commissione mira a garantire l’accesso ai finanziamenti sostenibili, che in molti casi richiedono la presentazione di rendicontazioni non finanziarie.

        Limitazione e semplificazione come principi chiave del pacchetto Omnibus

        Oltre a ridurre il numero di soggetti coinvolti dalla direttiva CSRD, la Commissione Europea intende abbassare i costi legati alla preparazione dei report ESG. Omnibus promette agli imprenditori una riduzione delle spese per la certificazione della rendicontazione ESG, eliminando il requisito della certificazione con “assurance ragionevole”. Sarà invece richiesta solo la certificazione con “assurance limitata”.

        Il pacchetto Omnibus prevede inoltre la semplificazione degli standard ESRS, riducendo la quantità di dati ESG da divulgare. Inoltre, la Commissione ha annunciato che non verranno adottati standard settoriali, ovvero insiemi di linee guida specifiche per ogni settore industriale. Gli imprenditori avranno anche la possibilità di riportare azioni parzialmente conformi alla tassonomia dell’UE, supportando così una transizione graduale verso lo sviluppo sostenibile.

        Cos’altro cambierà con l’introduzione di Omnibus?

        • I modelli di rendicontazione saranno notevolmente semplificati: Omnibus prevede una riduzione del loro numero fino al 70%.
        • I piccoli importatori saranno esclusi dal meccanismo CBAM (la cosiddetta tassa sul carbonio) e dall’obbligo di rendicontazione trimestrale. Per gli altri importatori, il meccanismo sarà semplificato.

        L'UE punta su competitività e obiettivi climatici

        Il pacchetto Omnibus rappresenta un compromesso tra gli obiettivi climatici ed economici che l’Unione intende perseguire. L’alleggerimento degli obblighi di rendicontazione e delle politiche climatiche risponde alla situazione economica e politica attuale, che richiede la creazione di condizioni più favorevoli per lo sviluppo economico. La direzione dei cambiamenti proposti punta a creare un ambiente più favorevole per le imprese, favorendo la crescita, l’innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.

        Oltre a una serie di semplificazioni e agevolazioni, sono previsti anche incentivi finanziari. La Commissione ha proposto una serie di modifiche volte a facilitare l’uso dei programmi di investimento dell’UE, come InvestEU ed EFSI. Si prevede che ciò consentirà di sbloccare circa 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati aggiuntivi, facilitando il sostegno agli imprenditori innovativi e semplificando i requisiti amministrativi che hanno rappresentato un onere significativo, soprattutto per le PMI.

        L’ambito dettagliato del pacchetto Omnibus è disponibile sul sito web della Commissione Europea (in inglese).

        Contatti

        servizi@interzero.it


          Simbolo del riciclo e titolo inserito in un cerchio azzurro, simbolo di Interzero.

          Bando CONAI Ecopack 2025

          Anche quest’anno il CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi ha indetto il Bando per l’ecodesign, dando il via alla dodicesima edizione.

          Che cos'è e come funziona

          Il “Bando CONAI per l’ecodesign degli imballaggi nell’economia circolare – Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi” ha l’obiettivo di sensibilizzare le aziende italiane all’importanza di immettere sul mercato imballaggi sempre più “green” e sempre meno impattanti. Al Bando possono partecipare tutte quelle aziende che, nel biennio 2023-2024, hanno investito in nuovi packaging sostenibili, in grado di ridurre l’impatto ambientale rispetto agli imballaggi utilizzati più frequentemente.

          Per accedere al Bando le aziende devono quindi aver lavorato sui propri imballaggi effettuando interventi di ecodesign e agendo su almeno una delle seguenti leve: riutilizzo, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materie provenienti da riciclo, risparmio di materia prima, risparmio di materia prima vergine, ottimizzazione della logistica, semplificazione del sistema di imballo, ottimizzazione dei processi produttivi e (novità di quest’anno) ricarica.

          Le aziende potranno iscriversi al bando entro il 30 aprile 2025. Le valutazioni saranno effettuate tramite lo strumento Eco Tool CONAI, che consente di analizzare gli effetti delle azioni di prevenzione adottate sugli imballaggi tramite un’analisi LCA semplificata. In questo modo è possibile quantificare i benefici ambientali ottenuti, misurando il risparmio energetico e idrico, così come la riduzione delle emissioni di CO2.

          I vincitori potranno accedere a un montepremi complessivo di 600.000 euro, oltre a ricevere un riconoscimento per le migliori soluzioni di ecodesign, volto a rafforzare la loro reputazione in materia di sostenibilità e responsabilità ambientale. Nell’edizione dello scorso anno CONAI ha scelto di premiare ben 248 casi su 414 presentati. Clicca qui per scoprire di più sui risultati 2024.

          Il supporto di Interzero

          Interzero ti affianca in ogni fase del Bando, garantendoti un supporto completo e personalizzato, dalla fase iniziale di presentazione dei casi fino alla conclusione dell’intero processo e alla premiazione finale. Partecipare al Bando può essere un percorso articolato e complesso, che richiede particolare attenzione nella preparazione della documentazione e nella corretta compilazione dei moduli richiesti. Ogni dettaglio è fondamentale: è necessario rispettare scrupolosamente le linee guida, fornire dati precisi e assicurarsi che tutte le informazioni siano conformi ai requisiti richiesti. Grazie alla nostra esperienza e competenza, ti aiutiamo a evitare errori che potrebbero rallentare o compromettere l’iter di valutazione, offrendoti consulenza mirata per affrontare ogni passaggio con sicurezza e massimizzare le tue possibilità di successo.

          Contatti

          servizi@interzero.it


            Locandina Webinar

            Obblighi EPR Slovenia e Croazia | Webinar

            Locandina Webinar

            Speaker e agenda

            I nostri relatori, entrambi consulenti ambientali, Katariina Jerbić per la Croazia e Matej Marka per la Slovenia, illustreranno gli obblighi ambientali con un focus particolare sulla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) in Slovenia e Croazia.

            Partecipando al webinar potrete approfondire i seguenti argomenti:

            • Introduzione agli obblighi ambientali nelle normative slovena e croata
            • Spiegazione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR)
            • Flussi di rifiuti obbligatori in Slovenia e Croazia
            • Obbligo di licenza per venditori e produttori e-commerce
            • Chi è obbligato ad avere un rappresentante autorizzato in Croazia e Slovenia
            • Obblighi di rendicontazione
            • Best practice e supporto per le aziende
            • Sessione di domande e risposte

            Navigare nel panorama degli obblighi ambientali dell’UE può essere complicato senza un partner affidabile. Un’occasione imperdibile per chiarire i tuoi obblighi e ricevere supporto da esperti!

            Il webinar si terrà in inglese.

            Contatti

            servizi@interzero.it


              EPR in Spagna

              Servizio EPR in Spagna

              Obblighi EPR in Spagna per tutte le aziende straniere

              Le normative sulla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) in Spagna sono state introdotte da diversi atti legislativi: la Legge 7/2022 dell’8 aprile 2022 e i Reali Decreti 106/2008, 110/2015 e 1055/2022. In base a queste normative, tutte le aziende che vendono prodotti imballati, apparecchiature elettriche ed elettroniche e batterie in Spagna devono adempiere a una serie di obblighi legali.

              I principali obblighi EPR in Spagna includono:

              • ottenere un numero di identificazione fiscale NIF (es. Número de Identificación Fiscal o NIF),
              • registrazione nel Registro dei ProduttoriRegistro de Productores de Producto e ottenimento di un numero EPR individuale,
              • garantire la gestione dei rifiuti derivanti da imballaggi, apparecchiature RAEE e batterie immesse sul mercato spagnolo,
              • presentare rapporti annuali sui tipi e sulle quantità di prodotti soggetti alle normative EPR che il produttore ha immesso sul mercato spagnolo,
              • ottenere la licenza per imballaggi, apparecchiature RAEE e batterie introdotte.

              Le aziende straniere non possono svolgere autonomamente nessuno di questi compiti: le normative EPR le obbligano a nominare un rappresentante autorizzato in Spagna che si faccia carico di tutti gli obblighi legati alla responsabilità estesa del produttore.

              Chi è obbligato a nominare un rappresentante autorizzato in Spagna?

              L’obbligo di nominare un rappresentante autorizzato per l’EPR riguarda le aziende senza un’entità fisica in Spagna che introducono sul mercato spagnolo i seguenti prodotti:

              • Apparecchiature elettriche ed elettroniche (es. elettrodomestici, apparecchi audio e video, elettronica di consumo, giocattoli elettronici);
              • Batterie e accumulatori (nonché dispositivi contenenti batterie o accumulatori);
              • Prodotti imballati, tra cui:
                – Imballaggi domestici (confezioni unitarie in cui il prodotto viene consegnato ai consumatori);
                – Imballaggi commerciali (utilizzati per lo stoccaggio e il confezionamento nei punti vendita e nei servizi);
                – Imballaggi industriali (imballaggi collettivi destinati all’industria).

              Le normative EPR non si applicano solo alle aziende che vendono i prodotti sopra menzionati tramite canali di distribuzione tradizionali (negozi fisici, grossisti), ma anche a quelle che offrono i propri prodotti attraverso negozi online o piattaforme di vendita, come Amazon, Zalando o eBay.

              È importante sottolineare che le normative EPR spagnole non prevedono esenzioni quantitative, il che significa che anche le aziende che vendono solo pochi imballaggi o prodotti in Spagna devono nominare un rappresentante autorizzato. Di conseguenza, la firma di un contratto con un’entità che si assuma gli obblighi EPR in Spagna è una condizione necessaria per tutte le aziende che immettono sul mercato spagnolo prodotti imballati, batterie e accumulatori, nonché apparecchiature elettriche ed elettroniche.

              Hai già un rappresentante autorizzato in Spagna? Scopri cosa può offrirti Interzero!

              Interzero supporta le aziende in modo completo nell’adempimento degli obblighi derivanti dalla responsabilità estesa del produttore (EPR). Offriamo il servizio di rappresentanza autorizzata in Spagna a tutte le aziende che immettono sul mercato spagnolo prodotti imballati, apparecchiature elettriche ed elettroniche e batterie.

              Come rappresentante autorizzato in Spagna, ci occuperemo di:

              • Registrare la tua azienda nel Registro dei Produttori spagnolo;
              • Adesione al sistema di responsabilità estesa del produttore (EPRS, SCRAP);
              • Presentare i report annuali sugli imballaggi, le apparecchiature e le batterie introdotte sul mercato;
              • Ottenere le licenze per imballaggi e apparecchiature e semplificare il pagamento delle relative tasse per la contabilità aziendale;
              • Rappresentare la tua azienda per gli obblighi EPR nelle comunicazioni con le autorità e gli uffici ambientali spagnoli;
              • Organizzare il riciclo e la gestione dei rifiuti di imballaggi, apparecchiature e batterie immesse sul mercato spagnolo tramite i nostri fornitori di servizi.

              Scopri i nostri servizi e scegli Interzero come tuo rappresentante autorizzato in Spagna!

              Come nominare Interzero rappresentante autorizzato della tua azienda in Spagna?

              Scegliendo Interzero, puoi completare tutte le formalità in modo rapido, comodo e completamente online.

              • Crea un account gratuito per la tua azienda sul sito web di Interzero Spagna (basta solo 1 minuto!).
              • Inserisci il numero e il tipo di imballaggi che intendi inviare e calcola il costo del servizio.
              • Conferma i tuoi dati e finalizza l’ordine.
              • Segui le istruzioni che ti invieremo via e-mail per completare il processo.

              Una volta completate le formalità, ci occuperemo della registrazione della tua azienda e dell’adempimento di tutti gli obblighi previsti dalla normativa EPR in Spagna.

              FAQ

              Trova le risposte alle domande più frequenti sui rappresentanti autorizzati e sulle normative EPR in Spagna. Visita la sezione FAQ.

              Chi è il rappresentante autorizzato di un produttore in Spagna?

              Un rappresentante autorizzato in Spagna è una figura che si assume le responsabilità di un produttore secondo le normative EPR spagnole. Se la tua azienda non è stabilita fisicamente in Spagna, puoi adempiere agli obblighi EPR solo tramite un rappresentante autorizzato!

              Chi è il produttore secondo le normative EPR in Spagna?

              Secondo le normative EPR spagnole, un produttore è qualsiasi azienda che produce, vende, confeziona, importa o effettua consegne intra-comunitarie di prodotti imballati, apparecchiature elettriche ed elettroniche o batterie sul mercato spagnolo, inclusi tutti i prodotti venduti tramite e-commerce. Questo si applica sia alle aziende stabilite in Spagna che a quelle straniere (dell’UE o fuori dall’UE).

              Secondo le normative spagnole sulla responsabilità estesa del produttore, sono considerati produttori di imballaggi anche:

              • Commercianti al dettaglio, corrieri e rivenditori online che utilizzano imballaggi per la spedizione dei prodotti che vendono;
              • Aziende non stabilite in Spagna che utilizzano imballaggi per immettere prodotti sul mercato spagnolo;
              • Piattaforme di e-commerce che immettono prodotti sul mercato spagnolo in imballaggi provenienti da fuori della Spagna;
              • Aziende che confezionano prodotti direttamente nel punto vendita (es. cibo da asporto);
              • Aziende che rimpacchettano prodotti per il mercato spagnolo.

              Come posso sapere se ho bisogno di un rappresentante autorizzato in Spagna?

              Se immetti sul mercato spagnolo prodotti imballati, apparecchiature elettriche ed elettroniche o batterie e non sei stabilito in Spagna, probabilmente devi nominare un rappresentante autorizzato per la tua azienda in Spagna. La definizione di produttore sopra riportata ti aiuterà a identificare i tuoi obblighi.

              Nota: Le normative EPR spagnole non prevedono esenzioni quantitative. Pertanto, gli obblighi EPR devono essere rispettati da tutti i produttori, indipendentemente dalla quantità di prodotti imballati, apparecchiature e batterie immessi sul mercato.

              Hai bisogno di ulteriori informazioni sugli obblighi EPR in Spagna e in altri paesi europei?
              Registrati senza alcun impegno e verifica i tuoi obblighi EPR in Spagna.

              Tutti i paesi dell’UE: crea un account gratuito su Lizenzero e scopri gli obblighi della tua azienda!

              Da quando è obbligatorio nominare un rappresentante autorizzato in Spagna?

              L’obbligo di nominare un rappresentante autorizzato in Spagna è entrato in vigore il 1° gennaio 2023. Da quel momento, tutte le aziende straniere che immettono sul mercato spagnolo prodotti imballati, apparecchiature elettriche ed elettroniche o batterie devono adempiere ai propri obblighi come importatori tramite un rappresentante autorizzato.

              Chi può essere un rappresentante autorizzato per l'EPR in Spagna?

              Un rappresentante autorizzato per la tua azienda in Spagna può essere una persona fisica o giuridica o un’organizzazione che soddisfi tutte le seguenti condizioni:

              • Ha un indirizzo (sede legale) in Spagna e si assume la responsabilità di aiutarti a rispettare gli obblighi di registrazione in uno dei sistemi di responsabilità estesa del produttore in Spagna (SCRAP);
              • Si assume e ti aiuta a rispettare gli obblighi di registrazione nel Registro dei Produttori (Registro de Productores de Producto).

              Ricorda che il tuo rappresentante autorizzato si occuperà dei tuoi obblighi e ti rappresenterà di fronte alle autorità e agli uffici spagnoli! Pertanto, scegli solo rappresentanti autorizzati esperti e affidabili che possano garantire il massimo livello di qualità del servizio!

              Quando devo nominare un rappresentante autorizzato in Spagna?

              Dovresti nominare un rappresentante autorizzato per la tua azienda prima di iniziare a vendere prodotti imballati, apparecchiature elettriche o batterie sul mercato spagnolo.

              Se stai già vendendo questi prodotti ai clienti in Spagna e sei considerato un produttore secondo le normative EPR spagnole, devi nominare un rappresentante autorizzato il prima possibile!

              Quali sono i compiti di un rappresentante autorizzato in Spagna?

              Il rappresentante autorizzato della tua azienda in Spagna si assume la responsabilità di adempiere agli obblighi derivanti dalle normative spagnole sulla responsabilità estesa del produttore. I suoi compiti includono, tra gli altri:

              • Registrazione dell’azienda nel Registro dei Produttori;
              • Monitoraggio continuo della conformità dell’azienda alle normative EPR in Spagna;
              • Report annuali sulle tipologie e le quantità di imballaggi, apparecchiature e batterie immessi sul mercato spagnolo;
              • Organizzazione e coordinamento delle attività relative alla gestione dei rifiuti derivanti dagli imballaggi, dalle apparecchiature e dalle batterie introdotte (di solito limitato all’adesione a un sistema collettivo di responsabilità estesa del produttore – EPR);
              • Contatti con le autorità locali e gli uffici;
              • Licenza degli imballaggi e delle apparecchiature importate, inclusa la gestione del pagamento della tassa di licenza (calcolata una volta superati i limiti) alle autorità competenti.

              Cosa succede alle aziende straniere che non nominano un rappresentante autorizzato in Spagna?

              Qualsiasi azienda che non adempie all’obbligo di nominare un rappresentante autorizzato in Spagna può essere soggetta a:

              • Sanzioni finanziarie, il cui importo dipende, tra le altre cose, dal numero di contenitori, apparecchiature e batterie immessi sul mercato;
              • Divieti di immissione di singoli prodotti sul mercato spagnolo.

              Interzero offre anche il servizio di rappresentante autorizzato in altri paesi?

              Sì, attualmente offriamo il servizio di rappresentante autorizzato in tutti i 27 Stati membri dell’UE, nonché nel Regno Unito, in Norvegia e in Svizzera. Questo permette alle aziende che immettono sul mercato imballaggi e prodotti soggetti alle normative EPR in più paesi di nominare un rappresentante autorizzato in modo rapido, conveniente e completo nei vari mercati europei.

              Scopri i nostri servizi di autorizzazione per piccole e grandi aziende!

              Contatti

              servizi@interzero.it


                Scarica ora il White Paper

                Trend di sostenibilità: dove e quanto investono le aziende?

                Per gli imprenditori lo sviluppo sostenibile è ormai una priorità in agenda

                Lo studio Imprese ed economia circolare: un approfondimento rivela che la maggioranza delle aziende ha già avviato iniziative sostenibili o intende farlo. A confermarlo, il 71,1%-84,9% dei dirigenti di aziende medio-grandi in sei paesi europei.

                Le aziende dei settori FMCG (81%) ed elettronica (82%) sono le più attive in questo ambito. Per queste imprese, l’implementazione di soluzioni circolari non è più vista come un semplice vantaggio competitivo, ma come una necessità per mantenere la posizione sul mercato.

                La situazione è leggermente diversa per le aziende dei settori delle costruzioni, del retail e della logistica, dove poco più del 60% degli intervistati dichiara l’intenzione di adottare il modello di economia circolare. Da questa prospettiva, introdurre cambiamenti ecologici consente di superare la concorrenza, creare e guidare le tendenze del settore, guadagnando così la fiducia di nuovi clienti e investitori.

                Quale budget dedicano le aziende medio-grandi allo sviluppo sostenibile? Quali attività sono oggetto di maggiori investimenti?
                Scarica il White Paper e scopri le ultime tendenze nello sviluppo sostenibile.

                Azioni vs realtà: stato di avanzato dell'Agenda 2030 nel settore delle imprese medio-grandi

                Nonostante l’adozione di nuove iniziative sostenibili, la maggioranza delle aziende intervistate è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. L’obiettivo di reporting non finanziario, considerato il più “facile” da implementare, è stato raggiunto solo dal 20,5% delle aziende intervistate, mentre l’obiettivo di carbon neutrality, definito il più “difficile”, è stato conseguito solo dal 15,7%. Questa situazione spinge inevitabilmente le aziende a cercare supporto consulenziale. Le aziende intervistate hanno infatti unanimemente espresso la volontà di avvalersi dei servizi di consulenza ambientale, affidando ad una società compiti strategici, gestionali e operativi.

                Dal punto di vista dei manager: ridurre gli sprechi e aumentare l'efficienza attraverso soluzioni sostenibili

                I dirigenti di aziende medio-grandi hanno dichiarato che l’adozione di attività sostenibili può portare vantaggi alle loro imprese, tra cui:

                • riduzione della quantità di rifiuti prodotti (e conseguente abbattimento dei costi di gestione);
                • aumento dell’efficienza operativa dell’azienda;
                • soddisfazione delle crescenti aspettative di clienti, istituzioni finanziarie e investitori;
                • adeguamento alle tendenze emergenti e prevalenti del settore.

                Tuttavia, gli autori dello studio sottolineano che, per ottenere benefici concreti, è necessario implementare cambiamenti basati su dati e misurazioni specifici. In caso contrario, le aziende rischiano di indirizzare male i loro investimenti. Solo il 35,5% delle aziende intervistate ha dichiarato di valutare l’efficienza ambientale dei prodotti, dei servizi e dell’intera organizzazione. Alcune aziende hanno affermato di non disporre di dati o ricerche utili che consentano loro di creare una strategia di sviluppo sostenibile. Questi dati evidenziano chiaramente da una parte la necessità di condurre lavori di ricerca e sviluppo, dall’altra l’esigenza di una collaborazione permanente con un partner consulenziale come Interzero, specializzato nello sviluppo sostenibile.

                Dal punto di vista dei manager: ridurre gli sprechi e aumentare l'efficienza attraverso soluzioni sostenibili

                A causa dell’enorme impatto che le attività di sviluppo sostenibile hanno sulla percezione dell’azienda da parte di tutti i suoi stakeholder, le imprese che cercano supporto consulenziale si orientano secondo criteri specifici:

                • capacità di adattare i servizi offerti alle specificità del business. Molti imprenditori hanno riscontrato difficoltà o perfino l’impossibilità di implementare soluzioni standardizzate e non personalizzate per i propri modelli di business;
                • ampia gamma di servizi offerti dalla società di consulenza. I dirigenti intervistati apprezzano particolarmente la disponibilità di servizi ambientali completi e integrati, nonché la possibilità di usufruire della consulenza anche in altre aree, non necessariamente legate alla sostenibilità;
                • buona reputazione della società di consulenza ambientale.

                Come consulenti ambientali, comprendiamo perfettamente le aspettative degli imprenditori. In interzero sviluppiamo servizi ambientali integrati su misura per le diverse esigenze dei nostri clienti, per aziende di tutte le dimensioni e in ogni settore. Offriamo consulenza ambientale completa, formazione, audit, e forniamo soluzioni personalizzate nel campo dello sviluppo sostenibile, del riciclo, della gestione dei rifiuti e delle macchine per il trattamento dei rifiuti. Supportiamo le aziende nell’adempimento degli obblighi ambientali legali e nell’implementazione di un’economia circolare.

                Lo studio di Interzero

                Sono stati analizzati sei paesi: Italia, Austria, Polonia, Slovenia, Croazia e Serbia. Gli obiettivi dello studio erano:

                • comprendere e analizzare le tendenze di mercato nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare;
                • indagare i potenziali ostacoli all’implementazione di pratiche sostenibili;
                • identificare le principali necessità legate alla sostenibilità delle imprese medio-grandi;
                • analizzare la prontezza di queste imprese nella transizione verso modelli di business più sostenibili.

                I dati analizzati durante lo studio provengono da comunicati stampa aziendali, articoli su giornali e riviste, report sulla sostenibilità e interviste condotte con i dirigenti delle imprese intervistate.

                Contatti

                servizi@interzero.it


                  Success story: dagli avanzi PVB film agli stivali di gomma

                  Pilkington Automotive Poland, produttore di parabrezza per automobili, cercava una soluzione per il problema del surplus di pellicola in polivinilbutirrale (PVB), un materiale utilizzato per produrre parabrezza stratificati e resistente agli urti. Questo materiale, difficile da smaltire in modo sostenibile, viene solitamente incenerito, generando costi elevati e sprechi. Per risolvere il problema, Pilkington ha collaborato con Interzero, che ha individuato come potenziale partner FAGUM STOMIL, azienda produttrice di stivali in plastica con esperienza nel riciclo. Dopo un anno di test e sperimentazioni, la collaborazione tra le aziende ha portato allo sviluppo di un processo per trasformare la pellicola in granulato plastico utilizzabile per nuovi prodotti.

                  Un modello di economia circolare

                  Questo progetto rappresenta un modello di economia circolare: Pilkington elimina i costi di smaltimento e guadagna dal riciclo, mentre FAGUM STOMIL introduce stivali realizzati interamente con il PVB riciclato, dimostrando l’impegno verso la sostenibilità ambientale. Grzegorz Skomorowski, vice direttore di FAGUM STOMIL, ha sottolineato l’importanza di soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale e sensibilizzare i consumatori.
                  Interzero considera il progetto un esempio di successo nella creazione di nuovi circuiti di riciclo, dimostrando che con volontà e creatività è possibile trovare soluzioni anche per materiali tradizionalmente non riciclabili.

                  Contatti

                  servizi@interzero.it


                    Copertina dello studio raffigurante un paesaggio naturale.

                    "Resources SAVED by recycling" study

                    Lo studio annuale Resources SAVED by recycling, condotto dall’Istituto Fraunhofer UMSICHT, dimostra ancora una volta il potenziale del riciclo.

                    Nel 2023, Interzero ha evitato l’emissione di circa 1,2 milioni di tonnellate di gas serra riciclando 2,5 milioni di tonnellate di materiali e ha risparmiato più di 11,1 milioni di tonnellate di risorse primarie, pari ai tessuti consumati da circa 28,6 milioni di persone nell’Unione Europea. Questi dati evidenziano l’importanza di una gestione sostenibile delle risorse attraverso il riciclo, che rappresenta una soluzione efficace per ridurre l’impatto ambientale e promuovere un’economia circolare.

                    Il potenziale del riciclo dei tessili: una sfida ancora aperta

                    Mentre il riciclo degli imballaggi è già ben avviato, quello dei tessili è ancora agli inizi. Attualmente, solo l’1% delle 92 milioni di tonnellate di tessili scartati ogni anno a livello globale viene reintegrato nella produzione tramite il riciclo fibra a fibra. Secondo il presidente di Interzero, Dr. Axel Schweitzer, c’è un enorme potenziale in questo settore che non viene sfruttato, e per questo è cruciale spingere verso una trasformazione circolare più ampia e sistematica. L’azienda punta a collaborare con l’industria tessile per sviluppare un approccio integrato alla raccolta, selezione e riciclo dei tessuti, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale del settore e a promuovere la competitività delle aziende attraverso soluzioni circolari sostenibili.

                    Pressioni normative e premi per la sostenibilità

                    La necessità di un’economia circolare efficace è accentuata dalle imminenti normative europee che entreranno in vigore nel 2025, tra cui i requisiti per la raccolta differenziata dei rifiuti e l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i tessili.

                    Da oltre 15 anni, Interzero ha fatto verificare scientificamente l’impatto ambientale delle sue attività di riciclo, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare su questi temi. Grazie al suo impegno costante, l’azienda ha ricevuto il Premio Tedesco per la Sostenibilità 2024 nella categoria Gestione dei Rifiuti e Riciclo, oltre a un riconoscimento speciale per la trasformazione delle risorse. Questi premi riflettono l’importanza del lavoro svolto da Interzero e confermano la validità delle sue soluzioni circolari come modello di riferimento per la sostenibilità nel settore.

                    Contatti

                    servizi@interzero.it