"Resources SAVED by recycling" study
Più riciclo, meno spreco di risorse: il futuro delle imprese è circolare
Lo studio annuale Resources SAVED by recycling, condotto dall’Istituto Fraunhofer UMSICHT, dimostra ancora una volta il potenziale del riciclo.
Nel 2023, Interzero ha evitato l’emissione di circa 1,2 milioni di tonnellate di gas serra riciclando 2,5 milioni di tonnellate di materiali e ha risparmiato più di 11,1 milioni di tonnellate di risorse primarie, pari ai tessuti consumati da circa 28,6 milioni di persone nell’Unione Europea. Questi dati evidenziano l’importanza di una gestione sostenibile delle risorse attraverso il riciclo, che rappresenta una soluzione efficace per ridurre l’impatto ambientale e promuovere un’economia circolare.
Il potenziale del riciclo dei tessili: una sfida ancora aperta
Mentre il riciclo degli imballaggi è già ben avviato, quello dei tessili è ancora agli inizi. Attualmente, solo l’1% delle 92 milioni di tonnellate di tessili scartati ogni anno a livello globale viene reintegrato nella produzione tramite il riciclo fibra a fibra. Secondo il presidente di Interzero, Dr. Axel Schweitzer, c’è un enorme potenziale in questo settore che non viene sfruttato, e per questo è cruciale spingere verso una trasformazione circolare più ampia e sistematica. L’azienda punta a collaborare con l’industria tessile per sviluppare un approccio integrato alla raccolta, selezione e riciclo dei tessuti, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale del settore e a promuovere la competitività delle aziende attraverso soluzioni circolari sostenibili.
Pressioni normative e premi per la sostenibilità
La necessità di un’economia circolare efficace è accentuata dalle imminenti normative europee che entreranno in vigore nel 2025, tra cui i requisiti per la raccolta differenziata dei rifiuti e l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i tessili.
Da oltre 15 anni, Interzero ha fatto verificare scientificamente l’impatto ambientale delle sue attività di riciclo, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare su questi temi. Grazie al suo impegno costante, l’azienda ha ricevuto il Premio Tedesco per la Sostenibilità 2024 nella categoria Gestione dei Rifiuti e Riciclo, oltre a un riconoscimento speciale per la trasformazione delle risorse. Questi premi riflettono l’importanza del lavoro svolto da Interzero e confermano la validità delle sue soluzioni circolari come modello di riferimento per la sostenibilità nel settore.
Contatti
Reporting di sostenibilità: verso l'implementazione della CSRD
Reporting di sostenibilità: verso l'implementazione della CSRD
In che modo la CSRD influisce sulle attività della vostra organizzazione?
Il 5 gennaio 2023, la Commissione Europea (CE) ha pubblicato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), a seguito del processo di revisione della Non Financial Reporting Directive (NFRD).
La direttiva CSRD è un elemento chiave del pacchetto UE sulle misure legate alla sostenibilità, inclusi gli aspetti di finanza sostenibile che comprende una serie completa di misure volte a migliorare il flusso di capitali verso attività sostenibili in tutta l’UE.
L’obiettivo della direttiva CSRD è quindi quello di migliorare il reporting di sostenibilità per sfruttare al meglio il potenziale del Mercato Unico europeo e contribuire alla transizione verso un sistema economico e finanziario pienamente sostenibile e inclusivo, in linea con il Green Deal europeo e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals, SDGs).
Il documento esplora le seguenti aree:
- Introduzione al CSRD,
- Calendario di rendicontazione,
- Il supporto di Interzero al reporting ESG,
- Comunicare la sostenibilità,
- Fasi operative,
- Fattori ambientali, sociali, di governance, digitalizzazione e sicurezza.
Per scaricare il documento, compila il modulo:
Una storia di successo: Riduzione dell' impatto ambientale delle qualificazioni dei Campionati Mondiali di Floorball Maschili (WFCQ)
Ridurre l'impatto ambientale delle Qualificazioni ai Campionati Mondiali Maschili di Floorball (WFCQ)
Introduzione: Negli ultimi anni, la conversazione globale sulla sostenibilità si è intensificata, spingendo le organizzazioni di tutto il mondo a valutare la propria impronta ambientale. In prima linea in questo movimento, il nostro team ha intrapreso un’analisi completa sull’impatto ambientale delle Qualificazioni dei Campionati Mondiali Maschili di Floorball (WFCQ). Utilizzando l’Environmental Sustainability Dashboard (ESD) sviluppata da Interzero, abbiamo avviato un percorso per valutare e mitigare l’impronta di carbonio di questo importante evento sportivo.
Contesto:Le Qualificazioni dei Campionati Mondiali Maschili di Floorball (WFCQ) si sono svolte a Škofja Loka, in Slovenia, dal 31 gennaio al 4 febbraio 2024. Hanno partecipato 5 squadre provenienti da Slovenia, Belgio, Svizzera, Italia e Danimarca, insieme ai rappresentanti della Federazione Internazionale di Floorball (IFF). In totale, tra atleti e staff, erano presenti 216 persone, 2.453 visitatori, 33 volontari, e la forza lavoro locale.
Sfida: La carbon footprint della sede delle WFCQ
Come potevamo garantire che le Qualificazioni dei Campionati Mondiali Maschili di Floorball (WFCQ), oltre ad essere una grande dimostrazione di atletismo e sportività, fossero anche in linea con il nostro impegno per la sostenibilità? Di certo il compito è stato complesso, con molteplici dimensioni da considerare, tra cui le operazioni sul luogo, la logistica dei trasporti, le attività di comunicazione, la preparazione delle esposizioni, l’alloggio e i servizi di ristorazione. Grazie ad un team dedicato e all’Environmental Sustainability Dashboard, abbiamo affrontato la sfida a testa alta.
Le Qualificazioni dei Campionati Mondiali Maschili si sono svolte presso la Poden Arena, situata a Škofja Loka (Slovenia), per tutta la durata dell’evento.
Per calcolare i gas serra (GHG) attribuibili alla sede, sono state considerate le seguenti categorie di impatto:
- Combustione di carburanti stazionari.
- Consumo complessivo di elettricità.
- Consumo di calore/freddo dalla rete.
- Consumo di acqua.
- Smaltimento dei rifiuti.
Soluzione: La nostra metodologia si è basata sui principi della Valutazione del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment), garantendo che ogni aspetto dell’evento fosse esaminato attentamente per valutarne l’impatto ambientale. Dalla quantificazione delle emissioni di gas serra alla valutazione della produzione di rifiuti e dei trasporti, nulla è stato trascurato. Utilizzando la nostra Dashboard, siamo stati in grado di raccogliere e analizzare dati da varie fonti, rispettando gli standard internazionalmente riconosciuti come il Global Reporting Initiative (GRI).
Risultati: Siamo arrivati a dei risultati importanti. Con una carbon footprint totale di 108,1 tonnellate di CO2 equivalente, abbiamo ottenuto preziose informazioni sulle aree dove i nostri sforzi possono fare la differenza più significativa. Il trasporto è emerso come la dimensione più impattante, rappresentando il 52% dell’impronta di carbonio dell’evento, principalmente a causa dei viaggi aerei. L’alloggio e la ristorazione hanno seguito, contribuendo in modo significativo alle emissioni complessive.
Tuttavia, una volta ottenute queste informazioni, non ci siamo fermati alla semplice valutazione, ma abbiamo anche suggerito strategie mirate alla riduzione dell’impatto ambientale. Dalla promozione di opzioni di viaggio sostenibili per i partecipanti all’ottimizzazione del consumo energetico della sede e alla minimizzazione della produzione di rifiuti, ogni misura di mitigazione è stata guidata dal nostro impegno per la sostenibilità.
Alla fine delle Qualificazioni, non solo abbiamo raggiunto l’obiettivo di quantificare l’impatto ambientale dell’evento, ma abbiamo anche dimostrato il nostro costante impegno per la sostenibilità. Attraverso soluzioni innovative, abbiamo reso un evento sportivo un punto di riferimento per la responsabilità ambientale, stabilendo un nuovo standard per i futuri campionati mondiali.
In conclusione, il successo della nostra iniziativa di sostenibilità per le WFCQ maschili testimonia il valore delle decisioni basate sui dati e dell’azione collettiva.
In linea con la nostra visione “A world without waste”, Interzero è sempre impegnata in attività sostenibili per garantire la salute del nostro pianeta.
Cos'è l’Environmental Sustainability Dashboard?
L’Environmental Sustainability Dashboard (ESD)
è la soluzione di consulenza di Interzero mirata a guidare i clienti nell’integrazione della sostenibilità alla loro strategia aziendale. L’ESD comprende diversi passaggi, partendo dall’analisi del contesto fino alla creazione di un Piano d’Azione per la Sostenibilità. Tra questi passaggi, un elemento chiave è la Dashboard, una piattaforma online progettata per aiutare le aziende a calcolare i diversi impatti ambientali, sociali e di governance associati alle proprie principali attività e/o prodotti.
La valutazione dell’impatto considera diverse dimensioni come emissioni, energia, materiali, acqua e rifiuti. È possibile calcolare una vasta gamma di indicatori (KPI) di output, come le emissioni di gas serra (GHG) o l’impronta materiale. Per calcolare il set di output sono necessari determinati dati per ciascuna dimensione. Sia i dati di input che di output vengono selezionati e generati in base a standard comunemente utilizzati, come la Global Reporting Initiative (GRI).
Le informazioni di output possono essere utilizzate non solo per scopi di comunicazione, ma anche per valutazioni tecniche e possono essere integrate dall’azienda nel proprio rapporto di sostenibilità aziendale.
L’ESD è aperta ad aziende di qualsiasi dimensione, sia che offrano servizi o prodotti.
Contatti
Sapevi che i glitter sono stati vietati nell'Unione Europea?
Questa iniziativa mira a contrastare gli effetti negativi delle microplastiche sull’ambiente e sulla salute umana. I cosmetici però saranno gradualmente sottoposti alle nuove regole: i glitter presenti nei prodotti da risciacquare saranno disponibili fino al 16 ottobre 2027 e in quelli da lasciare sulla pelle fino al 16 ottobre 2029.
Nel 2030, saranno vietate le microparticelle di polimero sintetico utilizzate per incapsulare profumi. Nel 2031, il divieto coprirà granuli che riempiono superfici sintetiche negli impianti sportivi. Alla fine, nel 2035, il divieto si estenderà a rossetti, smalti per unghie e altri prodotti per il trucco.
Questa decisione fa parte della strategia dell’Unione Europea nella lotta contro l’inquinamento e nel processo di transizione ecologica. La Commissione Europea spiega che le nuove normative mirano a prevenire il rilascio di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche nell’ambiente. Anche se i glitter costituiscono una parte relativamente piccola dell’inquinamento totale, la sua eliminazione è di primaria importanza.
Il divieto non riguarda i glitter realizzati con materiali biodegradabili, organici o solubili in acqua.
Risorse PNRR 2023
600 milioni di euro di risorse PNRR faranno parte degli interventi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sui settori della raccolta di rifiuti, della logistica e del riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche, elettroniche, carta e cartone.
I fondi saranno destinati alla meccanizzazione della raccolta differenziata e alla creazione di ulteriori strutture di trattamento dei rifiuti. Le risorse complessive sono state destinate per il 60% alle Regioni del Centro-Sud e al 40% alle Regioni del Nord. I progetti includono l’ammodernamento di impianti già esistenti e il miglioramento della raccolta soprattutto dei rifiuti plastici.
Interzero Italia vi accompagnerà nel viaggio verso la neutralità ambientale e l’economia circolare.
Indice di circolarità: cos’è e come si misura
Per questo motivo, conoscere le definizioni e gli indici di misurazione può essere un grande vantaggio: gli indicatori e i parametri sono gli alleati perfetti per quantificare il margine di miglioramento e i successi in materia di aspetti talvolta difficili da misurare.
La Specifica Tecnica UNI 11821 è entrata in vigore in Italia il 30 novembre 2022 e descrive un metodo di rating univoco per la misurazione del livello di ‘circolarità’ di una azienda, di qualunque dimensione. La norma di riferimento è applicabile sia a livello micro (singole organizzazione, inclusi enti locali), sia a livello meso (gruppi di organizzazioni come distretti industriali o filiere produttive). Il livello macro (regione/paese) è escluso dal perimetro di applicazione seppure l’Appendice B indichi linee guida per la misurazione di circolarità anche a questo livello.
L’indice può misurare tutto ciò che viene prodotto nelle aziende, in tutti i settori e senza eccezioni. I dati necessari al calcolo dell’indicatore devono provenire da processi appartenenti ad una o più fasi del valore come la progettazione, l’approvvigionamento, la produzione, la distribuzione e la vendita, l’utilizzo e consumo e il fine vita. La natura degli indicatori può essere quantitativa, qualitativa e semi-quantitativa.
Per ‘Indicatore di circolarità’ si intende una misurazione del ‘livello di circolarità’ di una impresa. Il ‘livello di circolarità’ (LdC) è il posizionamento aziendale in relazione a un sistema di rating che, nel caso della Specifica Tecnica in oggetto, è costruito in base alle seguenti dimensioni della ‘sostenibilità’: materiali, energia e acqua, rifiuti e emissioni, logistica, prodotti e servizi, risorse umane, asset policy e sostenibilità. Ogni dimensione sottende un set di indicatori, soddisfatti i quali l’impresa ottiene un posizionamento ovvero un livello di circolarità.
La standardizzazione di un indice di circolarità potrebbe permettere un riconoscimento a livello europeo e, quindi, un sostegno in più nel percorso di transizione energetica delle aziende. I passi compiuti a livello legislativo dal Consiglio Europeo sono un aspetto incoraggiante, ma avere a disposizione un metodo di analisi che permette di ottenere dati precisi permetterebbe un parallelismo tra la circolarità e la certificazione ambientale di prodotto.
Il tema della misurazione del livello di circolarità assume un’importanza rilevante anche nel calcolo degli impatti e nell’adozione di misure di mitigazione, riduzione e compensazione al fine di migliorare la performance ambientale dell’azienda. Un’accurata misura della propria circolarità costituisce, inoltre, un’opportunità di marketing e di attrattività per investitori e partner.
Quanti modi esistono per misurare la circolarità?
Uno tra gli elementi più comuni tra i diversi metodi esistenti è la redazione di un bilancio input – output seguendo un approccio “Life Cycle Based”. In generale, come indicato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel documento di inquadramento e di posizionamento strategico “Verso un modello di Economia Circolare per l’Italia”, l’approccio nella definizione di un bilancio può essere graduale sia nel considerare le tipologie di risorse da inventariare (materiche, energetiche), sia per il grado di approfondimento (es. nel coinvolgimento o meno dei fornitori o di altri soggetti della filiera).
Interzero ha l’esperienza per condurre le attività di misurazione della circolarità aziendale. L’azienda riceverà un documento analitico che conduce alla valutazione dell’Indicatore di Circolarità e un attestato relativo all’Indicatore di Circolarità. Interzero garantisce un servizio affidabile: l’Indicatore di Circolarità calcolato segue la normativa vigente (la Specifica Tecnica UNI 11821) ed è quindi certificabile. In aggiunta, Interzero offre anche il Supporto alla certificazione dell’Indicatore di Circolarità, garantendo sempre massima competenza e trasparenza. I consulenti ambientali di Interzero mettono a disposizione la propria preparazione nel campo di analisi dei cicli di vita dei prodotti e nel riutilizzo di materiali giunti a fine vita per garantire ad ogni azienda una transizione ambientale sicura ed efficace nel pieno rispetto delle normative.
Gli obiettivi della COP27 per le emissioni e le energie rinnovabili
Lo scopo del COP27 è principalmente uno: trovare e adottare soluzioni che permettano di arrivare alla neutralità climatica entro la metà del secolo e l’impiego di energie rinnovabili al 100% entro il 2035.
Il contesto di questa Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima è un contesto difficile e reduce da fenomeni metereologici estremi e una crisi energetica che compromette ogni anello della catena produttiva. Nonostante ciò, i dati promettenti degli ultimi mesi dimostrano la resilienza dei Paesi a fronte della crisi climatica e hanno visto un incoraggiante miglioramento dei dati riguardanti il riciclo e la riduzione delle emissioni di CO2. Però rimane fondamentale trovare una linea di accordo per proteggere il futuro del nostro Pianeta e coordinarci sulle soluzioni da adottare nell’ottica dell’economia circolare.
Le azioni da mettere in campo sono, come indicate alla COP21 di Parigi, fondamentali per il Pianeta. Prima di tutto, occorre intensificare gli sforzi per cercare di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C al di sopra delle temperature preindustriali; quindi, limitare il più possibile l’impatto che le industrie hanno sul pianeta. Quali sono gli obiettivi della COP27?
Innanzitutto, la mitigazione del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni. Siamo sulla buona strada, ma il margine di miglioramento c’è e i risultati di neutralità ambientale sono più raggiungibili che mai. L’impiego di nuove tecnologie e di fonti di energia rinnovabile, l’efficientamento energetico delle vecchie apparecchiature, la modifica delle pratiche di gestione o del comportamento dei consumatori sono soluzioni che i Paesi dovranno mettere in atto presentando obiettivi di contenimento. Il secondo punto sull’Agenda della COP27 è l’adattamento al cambiamento climatico e, di conseguenza, agevolare i finanziamenti per il clima e gli investimenti su risorse sostenibili di energia al fine di contenere il danno.
La crisi energetica e la crisi climatica sono aspetti che vanno attenzionati nello stesso momento. L’approvazione di leggi sul clima per tagliare le emissioni di gas serra saranno il primo passo per arrivare alla neutralità ambientale e toccheranno i settori elettrici, dei trasporti e dei riscaldamenti. L’impegno della transizione energetica verso risorse non dannose per il pianeta e l’annullamento per emissioni è l’argomento che più sta a cuore ad Interzero e alle aziende che richiedono il nostro aiuto per diventare parte attiva della soluzione.
Direttiva UE sui caricatori comuni
Lo scopo principale è la riduzione di rifiuti elettronici associati alla produzione, al trasporto e allo smaltimento dei caricabatterie: la direttiva agevola i consumatori nel compiere scelte più sostenibili durante l’acquisto e l’uso di apparecchi tecnologici. Verrà infatti introdotto un simbolo che specifica se un nuovo dispositivo viene fornito di caricabatterie e un’etichetta che informa sulle prestazioni di ricarica: in questo modo, i consumatori potranno scegliere se acquistare un nuovo dispositivo con o senza caricatore e usare lo stesso caricabatterie per più dispositivi.
La Responsabilità Estesa del Produttore: di cosa si tratta?
L’EPR assegna al produttore la responsabilità del prodotto immesso sul mercato anche nella fase post consumo. In questo modo il produttore può essere responsabile della parte organizzativa. della prevenzione dei rifiuti, della riutilizzabilità e riciclabilità dei prodotti.
I programmi di prevenzione di rifiuti e i miglioramenti dei design in fase di progettazione giocano un ruolo fondamentale nell’estensione della vita dei prodotti immessi sul mercato.
Con la ricezione del EPR è stato introdotto un Registro Nazionale dei Produttori, al quale dovranno iscriversi tutti i soggetti sottoposti al nuovo regime di responsabilità.
La missione di Interzero Italia è quella di ridurre drasticamente le quantità di rifiuti donando ai prodotti una seconda vita grazie al riutilizzo e incentivando l’adozione di tecniche di design e progettazione di prodotti ecosostenibili.
Trattato sulla plastica: a che punto siamo?
Si gettavano così le basi giuridiche per costruire il primo Trattato mondiale sull’inquinamento plastico legalmente vincolante. Un momento storico, l’accordo più importante dai tempi degli Accordi sul clima di Parigi: un provvedimento che prende in considerazione dal punto di vista legale tutte le fasi del ciclo di vita della plastica. Questa risoluzione prevedeva l’istituzione di un Comitato Intergovernativo di Negoziazione a cui veniva riservato il compito di definire una proposta di Trattato globale contro l’inquinamento plastico entro la fine del 2024. L’importanza di questo trattato sta nella sua natura di vincolo giuridico, un provvedimento che riaccendeva la speranza di assistere ad un cambiamento concreto e desiderato collettivamente dalla grande maggioranza degli esponenti politici del mondo.
Come si è evoluta la questione?
Sono nate due prospettive sulla strategia fondamentale da seguire: ridurre la plastica o potenziare la gestione del riciclo? Da un lato troviamo l’Europa e i paesi africani che spingono per una riduzione della produzione dei polimeri plastici. Dall’altro lato, paesi come Stati Uniti e Arabia Saudita affermano che la soluzione non stia nella riduzione della produzione ma nel miglioramento dei sistemi di riciclo della plastica.
Gli investimenti e gli impegni sul sistema di riciclo rimangono di fondamentale importanza, ma anche quando le nostre energie si concentrano sulla miglior gestione possibile dei rifiuti, non bisogna dimenticare la quantità di plastica che viene rilasciata nell’ambiente ogni anno. La via più efficace è senza dubbio l’economia circolare: solo chiudendo il cerchio possiamo ambire a ripensare il modo in cui noi e le aziende utilizziamo le materie plastiche.
Per questo motivo Interzero si augura e si impegna in una svolta circolare dei sistemi produttivi dei materiali plastici: immettere materiali riciclati nel mercato permette di sopperire alla necessità di aumentare la produzione di plastica. All’interno di un’economia circolare, i beni e i materiali godono di più vite ed entrano in un “loop” produttivo rispettoso in termini di utilizzo delle risorse e di immissioni di materiali plastici nell’ambiente. Conoscere la lunghezza della vita dei prodotti in plastica permette di calcolare per quanto tempo e per quante volte possono essere utilizzati. Permettere ai materiali plastici di vivere in più forme significa un’importante riduzione dei rifiuti ambientali: per questo motivo, l’implementazione dei principi dell’economia circolare su larga scala ci permetterà di ridurre i rifiuti e risparmiare risorse.